1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Tenendo conto del fatto che tutto è cominciato per caso e che "777 giorni" è il mio primo e finora unico lavoro, direi che scrivere mi diverte, sì, mi soddisfa e per questo mi considero un privilegiato: faccio quello che mi piace fare...e non tutti possono permetterselo. Mi piacerebbe che i "ragazzi" della mia età potessero rispecchiarsi in Peyton, in me e in quegli anni, e contemporaneamente vorrei lanciare un messaggio ai veri giovani. Li inviterei, per quanto sarà loro possibile, a cercare di non ripetere gli stessi errori che noi commettemmo allora, ma sono convinto che gli stessi giovani sanno già sbagliare per conto loro e che siano in grado di farlo anche molto bene, tra l'altro...per cui al limite sarebbe tempo sprecato dar loro consigli.